giovedì 25 ottobre 2012

Recensione: Arrow 1x02 "Honor thy father"

Oliver Queen è vivo. Ed ora lo è anche per la legge. Oliver si è dovuto recare in tribunale per raccontare quello che è successo durante il naufragio e per vedersi revocare lo status di morto.
Come già avvenuto durante il primo episodio, Lauren e Arrow si ritrovano a combattere lo stesso nemico, Martin Somers, un uomo che aiutava la Triade cinese a contrabbandare la droga in Sterling City.
Speriamo solamente che questo non diventi un tema ricorrente, i due che combattono la stessa persona da fronti opposti, potrebbe risultare alquanto ripetitivo.
Nonostante abbia cercato di allontanarla, durante il primo episodio, Oliver decide che l’unica persona con la quale si possa confidare, alla quale possa raccontare cosa sta passando in questi giorni è Lauren. Ed è proprio mentre si trova a casa sua che fa il primo incontro con China White, un’assassina della Triade cinese, mandata da Somers insieme ad altri uomini della triade, ad eliminare Lauren.
Nonostante il pericolo Oliver cerca in tutti i modi di nascondere le sue reali capacità e questo è reso più semplice dall’entrata in scena di John Diggle che elimina tutti gli uomini mandati da Somers tranne China White.

Per salvarlo Oliver è costretto ad intervenire lanciando un coltello da cucina con estrema precisione e da molto lontano. Questo fa insospettire Diggle (ricordiamo che ha combattuto per cinque anni in Afghanistan, e che quindi sa riconoscere un combattente quando lo vede), ma decide che per il momento è meglio non indagare oltre. A questo punto se dovessi scommettere su chi scoprirà per primo il segreto di Olvier, scommetterei su di lui.

L’attacco a Lauren fa accelerare i piani di Arrow che decide che il tempo concesso a Somers per fare la cosa giusta è terminato. Ed è proprio mentre ottiene la confessione di Somers che Arrow ha la possibilità di prendersi la rivincita nei confronti di China White (eh si, Oliver oltre a parlare russo parla anche cinese), intervenuta per salvare (forse) Somers. I due vengono interrotti dall’arrivo della polizia. Sono sicuro che la rivedremo ancora.
Oliver per essere sicuro che nessuno lo colleghi ad Arrow, continua a comportarsi da playboy narcisista e come dice lo stesso Oliver, per onorare l’ultima volontà del padre di salvare Starling City, deve disonorare la sua memoria. Per questo motivo, anche durante l’inaugurazione di un’ala dell’azienda dedicata alla memoria del padre, si comporta da irresponsabile, proprio come ci si aspetterebbe da lui.
Non mancano in questo episodio numerosi flashback dell’isola che ci mostrano i primi momenti del suo arrivo, la prima volta che mette le mani sul quaderno del padre (che sorprendentemente era vuoto), e l’incontro con un uomo vestito come Arrow (che sia colui che lo ha addestrato?). In realtà il quaderno non era completamente vuoto, nella prima pagina aveva uno strano simbolo, lo stesso simbolo in possesso dell’uomo misterioso con il quale parla la madre di Oliver, Moira, nel finale di episodio. Si inizia ad intravedere una trama orizzontale che potrebbe sostenere la serie per molto tempo. Ci sono forze molto più grandi in gioco, nemici che Arrow non potrà sconfiggere immediatamente nell’arco di un singolo episodio.


Ed è in questo momento che abbiamo la conferma di quanto solamente sospettato nel primo episodio, ovvero che la madre fosse in qualche modo responsabile dell’affondamento dello yacht.
Anche questo episodio non delude. Speriamo che continui su questa strada.

-Oneinamillion

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